IL CATALOGO
Il Passo di Saturno
testi | Andrea Calzolari e Maria Rosa Torlasco- foto | Enzo Bruno
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D a molto tempo Fallini riflette sul tempo e in questa durata da molto tempo usa il tracciato della scrittura per realizzare forme. Non potremmo affermare che tra i due interessi vi sia stata piena coincidenza, ma è certo che un intreccio s’è manifestato spesso, come appare se si cerca di comprendere la ragione per la quale queste tre opere (cinque, se si contano i due Errori di stampa, impressioni su carta de La Stampa) sono esposte insieme. Di primo acchito, i tratti che le accomunano sono soprattutto formali: sono tutte immagini costruite con scritte o comunque con lettere; inoltre, come appare anche dai titoli, sono allegorie che, ancora, vengono palesemente dal passato, non solo perché oggi nessuno propone più allegorie (nemmeno dove sono sopravvissute più a lungo che altrove, cioè nei monumenti, soprattutto funebri), ma perché lo stile le connota, per chiunque abbia una pur minima familiarità con l’arte, come rinascimentali o barocche, la Memoria e la Stampa, come vagamente ottocentesco, Saturno-Crono. In effetti, le prime sono la fedele riproduzione di due illustrazioni contenute nell’ottava edizione (1625) de L’Iconologia di Cesare Ripa, famoso repertorio a cui Fallini ha ripetutamente attinto; la figura di Saturno-Crono è invece una di quelle immagini virtuosistiche tracciate dai calligrafi con un solo lungo tratto di penna, particolarmente diffuse nei secoli XVIII e XIX, ma che si trovano ancora nei manuali del primo Novecento. Anche se le affinità tematiche sono meno immediatamente evidenti, ci si accorge poi che tutte e tre hanno appunto qualcosa a che fare con il tempo, l’una in quanto mappa della memoria, l’altra perché Saturno-Crono è la personifi cazione allegorica del tempo; infine perché nella stessa allegoria della stampa, apparentemente estranea al tema, si legge la parola «semper». Dunque, « flatus vocis » è un quadrisillabo e, poiché ciascuna sillaba implica una diversa apertura delle labbra, Fallini ha rappresentato le quattro diverse posizioni orali. Tutti i caratteri individuati (l’intreccio tra parola/scrittura e immagine, la citazione di illustrazioni provenienti da repertori del passato, l’allegoria, il tema del tempo) hanno radici profonde e lontane nell’opera di Fallini, tanto che questi lavori possono essere considerati come il punto d’approdo provvisorio (giacché la ricerca non ha mai termine) di una rotta intrapresa molti anni fa. Si possono fissare qui alcuni punti, soprattutto al fine di cogliere la connessione tra le linee rilevate a una prima ricognizione. L’attenzione al rapporto tra parola e immagine, per es., si attesta da sempre nei titoli di molti suoi lavori, costituiti da giochi verbali, per lo più ironici: l’immagine in sostanza visualizza un sintagma cristallizzato (un’espressione dotta o un modo di dire comune) e il risultato è, spesso, una sorta di rebus in cui il titolo e l’immagine si integrano a vicenda facendo scaturire il Witz che li illumina entrambi.
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