Con quest'opera, che nel titolo cita il film di Pasolini, Fallini forse vuole stigmatizzare la romanità (Glorioso vocabolo secondo il Carducci) e ironizzare sulla tradizione che considerava Roma come creatrice e conservatrice di valori universali di civiltà. L'opera è attuale e sembra essere una riflessione amara su argomenti di cronaca e scandali recenti. La sagoma della lupa è interamente "tappezzata" di carte geografiche che mostrano i territori conquistati dagli antichi romani mentre sotto di lei, la figuretta di uno dei gemelli surge latte dalle sue mammelle. Non si sa di quale dei due fratelli si tratti, se Romolo o Remo. L'anomalia riguarda le mammelle dell'animale: si tratta dell'artificio della tettarella per un bimbo che si illude di mangiare e, deluso, fugge per andare a fondare un'altra città. La lettura dell'opera è più ermetica del consueto, ma, riflettendoci, il titolo offre una chiave. Il film di Pasolini mette in scena una storia amara, citando il fedele Morandini critico cinematografico, essa è "Fondata su una morale dell'ambiguità, sulle figure retoriche dell'ossimoro e della sineciosi (in cui si affermano, di uno stesso oggetto, due contrari)... sul tempo che non muta e si ripete..."
Camilla Bertolino |
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