L'immagine è realizzata su carta da spolvero forato con la figura definita da punti in rilievo, quindi percepibile al tatto secondo il metodo braille. La cecità di Omero viene esplicitata da questa particolare rilettura dell'immagine resa riconoscibile se toccata. Anche il titolo è in rilievo, a sottolineare l'inscindibile legame tra parola e immagine, nonostante la negazione di quest'ultima che può essere letta esclusivamente attraverso il tatto. Il ritratto del poeta propone un'immagine parlante sia nella scelta dei materiali sia da un punto di vista contenutistico, i materiali e le tecniche scelte, ancora una volta, veicolano il significato dell'opera. La cecità di Omero rimanda all'affabulazione, da grande narratore ci parla di personaggi eroici, le immagini si fanno parole di una storia lunghissima in cui i protagonisti perdono continuamente il cammino, ostacolati da dei e uomini. Le opere a lui attribuite fanno infatti parte di una tradizione orale poi trascritta. Il suo volto in braille è il veicolo di lettura di molteplici racconti che diventano immagini attraverso la parola. Forma, materia e significato risultano, in quest'opera, inscindibili.
Camilla Bertolino |
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