Opera in cui Fallini propone una rilettura del "Violon d'Ingres" di Man Ray. Non si tratta di una citazione ma di una rivisitazione che assume un significato "altro" e diventa stratificazione di immagini precedenti. Nel lavoro la giovane modella diventa una signora, ormai invecchiata e ingrassata (tanto da necessitare di un busto). Accanto a lei, si trova un astuccio di violino che rimanda ad una bara aperta, mentre la donna, seduta e di schiena, guarda nostalgica una farfalla che qui, come ne "La verità della nostalgia" è simbolo di morte e caducità. Sulla schiena del personaggio è visibile "L'ultima cena" di Leonardo, una pirografia- tatuaggio che, insieme all'astuccio, costituisce un ulteriore presagio di morte. L'uso della pirografia come segno sul corpo rimanda all'idea di entrare nella mater- materia, ciò che entra nella pelle entra nel legno e disegna forme indelebili, così come indelebile è il destino dell'uomo.
Camilla Bertolino |
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