Il dio della mutevolezza in questa opera cambia attraverso i caratteri alfabetici. Proteo, divinità marina e oracolo, figlio di Oceano e Teti, ha la proprietà di trasfigurarsi e variare forma in ogni momento. Il nome è ripetuto sempre differente e percorre l'opera fino ai margini, quasi ad uscire dai bordi per reiterarsi all'infinito. Anche i colori mutano insieme ai caratteri che spiccano vivaci sul fondo nero. Talora le scritte si sovrappongono senza tuttavia negare la leggibilità del nome. Fallini aggiunge ai vari font anche il proprio e ancora una volta, attraverso la scrittura, esemplifica immagini e contenuti. L'opera sta tra il pop e lo psichedelico e rimanda alla propensione di Fallini, "artista di maniera" per l'iterazione differente.
Camilla Bertolino |
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