Ancora una volta nell'opera di Fallini rintracciamo il tema di eros e thanatos tanto caro alla sua poetica. Il dittico si compone di due tavole in legno in cui i soggetti sono tracciati attraverso chiodi infissi. Sulla tavola in legno laccato bianco è Cupido rappresentato nell'atto del suo offizio mentre sta per scoccare la freccia con cui colpirà la sua vittima suscitando così la passione amorosa. La seconda tavola, in cui il compensato grezzo crea visivamente un effetto frammentato, è quella della vittima di Cupido: la vedova. Ma chi è questa vedova? Qui non si tratta più, come in un'altra opera di Fallini, di un riferimento al Grande Vetro di Duchamp ma la vedova è una scimmia.Una scimmia che è sì vedova ma anche morta e ormai ridotta allo stato di scheletro. I due protagonisti del dittico però sembrano inconsapevoli della condizione di morte in cui si trova la vedova: Cupido la colpisce con la sua freccia come a darle una nuova speranza di amore e la vedova, anch'essa inconsapevole del suo stato, è pronta a sua volta a darsi una nuova possibilità dopo la perdita subita. La vediamo infatti imbellettata e in attesa del suo nuovo amore, con unghie laccate di rosso, mentre porta una rosa tra le mani. I due protagonisti sembrano apparentemente fare cose incongruenti con la loro condizione ma nel loro contrasto sembrano bene personificare l'idea di eros/amore e thanatos/morte e di come, forse, la speranza di amare e di essere riamati non finisca neanche dopo la morte.
Francesca Rusconi
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